mercoledì 9 agosto 2017

L’INTERNET ADVERTISING PREMIA LE INDUSTRIE COMPETITIVE

Per la prima volta, dopo anni di contrazione, il mercato dei Media - che include Tv, Stampa, Radio e Internet - chiude nel 2016 in crescita (+3%) raggiungendo quota 15,8 miliardi di euro. Gli Internet Media, ossia la pubblicità online e la spesa degli utenti per contenuti Media fruiti su Pc, Smartphone, Tablet e Smart Tv connesse, crescono dell’11%.



L’Internet advertising tocca i 2,4 miliardi di € (+9%) e vale il 30% del mercato pubblicitario. Nel 2017 verso i 2,6 miliardi grazie a Video, Mobile e Native.

L’Internet advertising nel 2016 si conferma essere il secondo mezzo pubblicitario italiano con una quota pari al 30% del mercato, alle spalle della Tv (50%). A trainare la crescita del 2016 sono i Video, che superano abbondantemente i 500 milioni di raccolta e crescono del 41% rispetto al 2015; crescita che continuerà nel 2017 nell’intorno del +35%.

Il mercato dell’advertising online risulta sempre più concentrato: gli Over The Top coprono ora il 67% degli investimenti pubblicitari online e si stima che varranno oltre il 75% già nel 2017.

Cambiano le modalità di fruizione dei contenuti: la maggior parte dei Millennials preferisce ricercare contenuti specifici, indifferentemente da dove vengano trasmessi, mentre la maggioranza degli over55 è ancora legata al palinsesto televisivo.

Dopo diversi anni di contrazione – dal 2010 al 2014 – e un 2015 in stallo, il mercato italiano dei Media (pay e advertising) nel 2016 chiude in crescita (+3%) raggiungendo quota 15,8 miliardi di euro. L’incremento si deve principalmente alla Tv (+8%) e agli Internet Media, che fanno segnare complessivamente un aumento dell’11% per la maggior parte legato a un incremento dei ricavi pubblicitari.

Se ci concentriamo sulla componente advertising,il mercato pubblicitario complessivo nel 2016 vale 7,75 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto al 2015. Con un valore di 2,36 miliardi di euro*, Internet si conferma il secondo mezzo pubblicitario con il 30% di share (rispetto al 29% dell’anno precedente), alle spalle della Televisione (50%, un punto sopra al 2015) e sempre davanti a Stampa (in calo dal 17% all’attuale 15% nel passaggio dal 2015 al 2016) e Radio (stabile al 5%). Nel 2017 prevediamo che il mercato dell’Internet advertising crescerà ancora con un tasso intorno al 10% e supererà così i 2,6 miliardi di euro; tuttavia, si rafforzerà ulteriormente il peso dei grandi Over The Top, che porteranno la loro quota dall’attuale 67% a oltre il 75%.

Questo è quanto emerge dai dati presentati dall'Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano in occasione del convegno Internet Media: è ora di misurarsi!**

“Siamo al giro di boa per il mercato della pubblicità online. Da quattro anni è ormai il secondo mezzo in Italia, ma proprio perché i numeri in gioco iniziano a essere significativi, è ora chiamato ad affrontare alcune prove per dimostrare la propria efficacia e il proprio impatto sugli obiettivi di business delle aziende. Le sfide più importanti riguardano il tema della misurazione, che passa sia attraverso l’identificazione di un sistema di currency riconosciuto e condiviso per la valutazione delle diverse iniziative pubblicitarie online, sia dalla risoluzione delle problematiche legate alla Media transparency, sia da una visione strategica delle imprese ad investimenti in marketing e comunicazione che contemplino a 360 gradi e in maniera integrata tutti i canali. Le aziende per crescere non possono infatti permettersi di non adottare un approccio customer centric e omnicanale” afferma Giuliano Noci, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano.

I formati pubblicitari online: crescita trainata dai Video, boom del Native

La Display advertising nel 2016 cresce dell’11% e si conferma la componente dominante del mercato (58%) avvicinandosi ai 1,4 miliardi di euro. L’acquisto di visibilità nei motori di ricerca (Search) vale circa 730 milioni di euro e registra una crescita simile all’anno precedente (+4%), dimostrando da un lato di essere un comparto maturo, dall’altro di rimanere uno zoccolo duro nella pianificazione digital. Segue il formato dei Classified, che vale quasi 200 milioni grazie alla crescita dei nuovi portali verticali di annunci che ha più che compensato la contrazione dello storico leader di mercato, e il mondo dell’Email advertising, con un valore di circa 30 milioni. Il comparto con la maggiore crescita percentuale (+76%) è rappresentato dal Native (ossia gli elementi testuali/grafici/video all’interno di widget di raccomandazione, di flussi di news o di pagine di navigazione) che raggiunge nel 2016 i 30 milioni di €, grazie alla capacità di superare gli ad blocker e alle potenzialità di questi formati in termini di minor invasività e maggior engagement verso i consumatori.

All’interno della Display advertising, il Video advertising nel 2016 ha superato ampiamente i 500 milioni di euro, grazie in particolare alla crescita della raccolta pubblicitaria da parte degli OTT ma anche dei principali broadcaster. “La componente Video pesa già il 22% del totale Internet advertising e rappresenta il formato che nell’ultimo anno è cresciuto di più in valore assoluto; nel 2017 si prevede un’ulteriore crescita intorno al 35%, che la porterà a rappresentare oltre un quarto del totale Internet, grazie non solo alla raccolta all’interno delle piattaforme di Social network ma anche alla crescita di molti altri player e alla diffusione di nuovi formati out-stream a fianco di quelli in-stream” aggiunge Andrea Lamperti, Direttore dell'Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano.

Nel 2017 il mercato dell’Internet advertising crescerà con un tasso analogo a quello del 2016. Oltre che dai Video, un ruolo importante sarà svolto dai formati Classified, che anche nel 2017 cresceranno ad un tasso vicino al 10% grazie alla crescita dei portali verticali, e dal Native, in forte aumento anche nel 2017 (oltre il 50%).

La capacità di individuare formati pubblicitari sempre più efficaci e di sviluppare creatività ad hoc per il digitale sono due dei fattori critici di successo per lo sviluppo del mercato nei prossimi anni. “A questo si affianca la necessità di strutturare, all’interno delle imprese italiane, strategie evolute di misurazione delle performance della pubblicità e di valutare puntualmente il contributo del canale online ai risultati di business. Dichiara Nicola Spiller, Direttore dell’Osservatorio Internet Media. “Lo stadio di maturità dei top spender, analizzati nel corso della Ricerca, alla misurazione delle prestazioni dell’advertising è molto variegato. Tendenzialmente gli attori che dispongono di touchpoint di conversione digitali (in particolare le aziende eCommerce) hanno introdotto strumenti e processi che supportano la misurazione integrata delle performance. Non stupisce che, in questo scenario in cui mancano standard di mercato, sia in termini di approcci alla misurazione sia in termini di metriche condivise, le aziende più evolute che hanno sviluppato modelli sofisticati (in termini di processi, strumenti, routine e cultura aziendale) considerino tali asset aziendali come un patrimonio in grado di generare vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti”.

Il mercato Internet advertising in base ai dispositivi: il Mobile raccoglie oltre un terzo del mercato pubblicitario digitale

La raccolta pubblicitaria in larga parte avviene ancora su Pc, con un peso pari al 65% del totale. Lo Smartphone raggiunge un valore di 706 milioni di euro, in crescita del 54% rispetto al 2015 e con un peso pari al 30% dell’Internet advertising complessivo (era il 21% lo scorso anno); nel 2017 potrebbe crescere ancora oltre il 30%, arrivando vicino al miliardo di euro di raccolta.

Nel 2016, come lo scorso anno, lo Smartphone è il device che ha il peso maggiore sulla crescita complessiva del mercato, compensando più che a sufficienza il calo su Desktop. Con il Tablet (solo App) che rimane marginale (5% del mercato pubblicitario online seppur in crescita del 36%), i canali Mobile raccolgono quindi oltre un terzo del mercato digital advertising. Basta però confrontare il peso della raccolta su Smartphone (il 30% appunto) con il tempo medio speso (il 64%) per capire come la monetizzazione dei canali alternativi al desktop sia ancora di molto inferiore allo spostamento di traffico dei consumatori.

Il Programmatic advertising verso i 400 milioni di € nel 2017

Il mercato del Programmatic advertising in Italia a fine 2016 vale 315 milioni di euro, con una crescita del 35% rispetto al 2015. L’incidenza sul totale Display advertising è passata dal 19% al 23%, mentre il peso sul totale Internet advertising dall’11% al 13%. Anche in questo caso una forte spinta proviene soprattutto dagli spazi Video, che dal 2016 sono stati venduti in maniera importante su queste piattaforme, arrivando a pesare circa il 30% del valore del mercato.


Si stima che nel 2017 la categoria possa crescere nell’intorno del 25%, portandosi complessivamente attorno ad un valore di 400 milioni di euro, con un peso sul totale Display superiore al 25% e sul totale Internet advertising superiore al 15%.

Cresce la vendita di servizi online a pagamento, in particolare quella per gli abbonamenti ai contenuti Video, ma i valori assoluti sono ancora limitati

Il mercato complessivo delle vendite di contenuti Media (Pay Tv, Stampa e Internet Media) nel 2016 vale poco più di 8 miliardi di euro, in leggera crescita (+2%) rispetto al 2015. La componente derivante da Internet si assesta a circa 160 milioni di euro (+42% rispetto al 2015); la market share dell’online rispetto alla vendita complessiva di contenuti Media rimane quindi marginale, pari a circa il 2% dell’intero mercato. Oltre metà (55%) della componente Internet fa riferimento alla spesa dei consumatori per i contenuti Video online (in SVOD, abbonamenti di contenuti Video On Demand) in crescita del 69%; il resto è suddiviso quasi equamente tra i ricavi legati alle news (il 23% del mercato), in crescita del 3%, e i ricavi per gli abbonamenti a servizi musicali (22%), in crescita del 40%. Anche per i contenuti premium sono quindi i Video online a trainare la crescita del mercato di riferimento.

La ricerca effettuata sui comportamenti del consumatore riguardante le attività online svolte sui diversi dispositivi (Pc, Tablet, Smartphone, Smart Tv) con particolare riferimento al mondo dei Video conferma i trend in atto. “L’utilizzo di servizi Video online sta affermandosi come modalità complementare ai mezzi tradizionali per tutte le fasce d’età” afferma Guido Argieri, Telco & Media Director di Doxa. “La maggioranza dei Millennials cerca un contenuto specifico, indifferentemente da dove venga trasmesso, mentre la maggioranza degli over55 si lascia guidare dalla programmazione televisiva. È interessante poi notare come l’utilizzo degli abbonamenti SVOD (Video on Demand online) come alternativa alle Pay Tv sia particolarmente diffusa nella ‘Generazione X’ (35-54 anni).”

*Dati Osservatorio Internet Media Politecnico di Milano e IAB Italia

**L'edizione 2016-2017 dell'Osservatorio Internet Media è realizzata con il supporto di BizUp & UpStory, comScore, Criteo, Digitalia '08, Doxa, eBay, Gruppo Editoriale L'Espresso, Improve Digital, Mediamond, Netnoc, Publitalia '80, Quantcast, Rai/Rai pubblicità, RCS, Rocket Fuel, RTI Business Digital, SHAA, Subito, Teads, Turbo, Weborama; Akamai/Mosaico, Discovery Italia, Quantum Advertising, TgAdv, WebAds

domenica 12 febbraio 2017

UN CORSO PER IMPARARE A SCRIVERE CON I NUOVI MEDIA DIGITALI

Anche nella comunicazione di impresa ogni strumento deve avere il suo linguaggio. Scrivere un discorso è diverso da scrivere una brochure. Scrivere il bilancio annuale della società è diverso da scrivere una presentazione o un documento tecnico. Così, non si possono fare una pagina o un sito web prendendo testi pensati e scritti per la carta e salvandoli in html.



Ma nel caso della scrittura online è tutto molto più complicato, perché il web si evolve in continuazione e non si fa in tempo ad elaborare non tanto delle regole quanto delle idee, che queste sono già superate.

All'inizio, le pagine erano lunghi testi su fondo grigio mentre oggi ci assalgono con la forza e i colori di uno spot.

Imparare a scrivere per il web è particolarmente importante e urgente. Perché, passata l'euforia per la novità del mezzo, su Internet oggi si cercano soprattutto i contenuti. E poi perché, contrariamente all'editoria tradizionale, riservata comunque a pochi, su Internet possiamo scrivere e pubblicare tutti. Senza strettoie, senza ostacoli e persino senza soldi. Ottenere visite sui propri contenuti è però complicato, proprio perché c’è un’offerta molto numerosa. Di conseguenza bisogna concentrarsi sulla qualità, soprattutto perché senza passione per un tema non si scrive bene e non si conquista il pubblico, ma senza l’attitudine a scrivere per il web non si verrà mai più letti. Oggi che tutti viviamo in un ambiente digitale e multimediale, imparare a usare gli strumenti che ci consentono di essere comunicatori a tutto tondo è importante. Per raggiungere questo obiettivo il futuro giornalista deve conoscere i social media, padroneggiare app e strumenti per trasformarsi alla bisogna in regista-fotografo-montatore, saper fare ricerche complesse in motori e archivi online, diventare un esperto di dati, magari capace di realizzare un’infografica, essere un po’ storico e un po’ cartografo, e avere qualche nozione di storytelling. Insomma deve riassumere in sé skills e nozioni che lo aiutino ad esprimere al meglio la propria narrazione in rapporto alle aspettative del pubblico. 

Per consentire a tutti di migliorare la propria tecnica di scrittura, Educaform propone un corso online dedicato alla scrittura sul web, sulle sue modalità, come fare SEO con un contenuto, come impaginarlo e come promuoverlo.

giovedì 2 febbraio 2017

NUOVO LOOK PER EDUCAFORM: IL PORTALE DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

La New Media Agency ChieriWeb ha realizzato un nuovo portale sulla formazione professionale e universitaria.

La nuova grafica del sito di Educaform, piattaforma dedicata all’apprendimento e alla formazione personale, permette di assaporare con gli occhi la vasta gamma di corsi proposti, grazie ad un’interfaccia lineare e pulita per l’utente, che può navigare facilmente attraverso le varie sezioni e i contenuti presenti.


Con i corsi proposti da Educaform, chiunque può dare una svolta alla propria vita lavorativa, acquisendo nuove skill con le quali migliorare la propria posizione o trovare un nuovo impiego. Sono presenti sia corsi online, sia in aula, oltre ai corsi universitari. Nel nuovo sito è presente una sezione dedicata ai corsi universitari, realizzati in collaborazione con prestigiosi atenei italiani.

Educaform infatti è un portale che ha al centro la persona e il lavoro. Si rivolge a persone di tutte le età, professionisti e imprese, per rispondere alle esigenze formazione-lavoro, e contribuire alla crescita culturale e sostenibile delle organizzazioni. La nostra mission è quella di avvicinare l'offerta formativa ai cittadini permettendo loro di trovare i corsi professionali o universitari che più si avvicinano alle loro esigenze e obiettivi. I corsi sono tutti selezionati dalla nostra redazione per qualità e competenza.

Scopri il nuovo sito

lunedì 16 gennaio 2017

MARKETPLACE: UN PANORAMA IN EVOLUZIONE

di Jerome Sicard, Regional Manager per il Sud Europa, MarkMonitor

A livello mondiale l’e-commerce sta esplodendo. Il totale delle vendite online sarà quasi raddoppiato nei prossimi quattro o cinque anni e nel 2020 rappresenterà il 12,5% del totale delle vendite, rispetto al 7,5% di oggi.

Questa crescita fenomenale sta attirando un vasto numero di rivenditori online. Milioni di retailer sono già online in tutto il mondo e, del volume totale di 3,5 milioni di dollari previsto per il 2020, ci si aspetta che i marketplace arriveranno a detenerne quasi il 40%.

NUOVI MARKETPLACE 

Jerome Sicard 
Mentre marketplace online noti, come Alibaba, Amazon e eBay, mantengono la loro posizione dominante, nuove regioni e nuove piattaforme appariranno come conseguenza della crescita nei mercati emergenti dell’utilizzo di Internet.

Infatti sono un esempio alcune catene statunitensi come Sears, NewEgg e WalMart che stanno cercando di sfruttare questa opportunità in crescita. Walmart, ad esempio, ha recentemente annunciato il suo acquisto di Jet.com per 3,3 miliardi di dollari.

I paesi emergenti hanno un enorme potenziale di vantaggio sulla crescita nei marketplace online. Per esempio, l’India ha solo il 34,8% di penetrazione internet su un totale di popolazione di 1,3 miliardi, e ciò significa centinaia di milioni di potenziali consumatori in attesa di connessione alla rete. Due dei 10 siti più trafficati in India sono proprio dei marketplace: Amazon e Filpkart.
Sanjeev Aggarwal di Helion Venture Partner afferma: “L’India non ha mai avuto un sistema di commercio organizzato, quindi il salto che avverrà (verso l’e-commerce) è abbastanza convincente… questo per l’India sarà il giorno “zero” del passaggio al digitale.”

Nonostante sia difficile sapere quale player prevarrà, i brand devono mantenere l’attenzione sulle tendenze. La sfida, con così tanti nuovi marketplace sulla scena, è sapere che approccio adottare. Noi raccomandiamo ai brand di cercare il traffico web e monitorare i grandi player in tutte le regioni e identificare dove si verificano le vendite. I brand possono anche seguire gli sviluppi nelle vendite di beni contraffatti attraverso le denunce dei clienti al proprio customer service center che spesso segnalano un picco di attività fraudolente nei nuovi marketplace.

Regioni in crescita

L’Asia ha a lungo goduto di una meritata reputazione come regione con un enorme potenziale di crescita online, un mercato del valore di 1,4 trilioni di dollari previsto nel 2020. Cina e India sono infatti i mercati con più rapida crescita nel mercato dell’e-commerce mondiale. Oggi, l’e-commerce in Cina rappresenta il 16,4 per cento delle vendite totali del retail a fronte di una media mondiale del sette per cento.
La Cina ha una grande influenza sul panorama dell’e-commerce in Russia dove ci sono 80 milioni di utenti internet e si prevede una crescita oltre il 50 per cento nei prossimi cinque anni, con entrate che ammonteranno a 50 miliardi di dollari.
Il sito di e-commerce più utilizzato in Russia è Alibaba, con oltre il doppio del volume di vendita del russo Yanex, secondo in classifica. Infatti, oltre il 70 per cento di tutto il commercio elettronico transfrontaliero russo proviene dalla Cina. Nei giorni di picco vengono infatti importati oltre un milione di pacchi! Le categorie più popolari di beni che acquistano i russi dalla Cina includono abbigliamento, prodotti per bambini e cellulari. Questi acquisti stanno crescendo con tassi a doppia cifra. 
Un mercato emergente invece trascurato è l’Africa. In questa regione si prevede infatti una crescita del 100 per cento nei prossimi cinque anni. I ricavi sono destinati a crescere oltre i 35 miliardi nel 2020 dai 18,7 miliardi dell’ultimo anno. Quando si tratta di shopping online è la Nigeria ad essere in testa, con il 65 per cento di utenti che acquistano online. Il Mobile shopping è molto importante in Africa dal momento che i consumatori sono più a loro agio a fare acquisti tramite dispositivi mobile.

Trend emergenti
Per i brand è importante tenersi aggiornati sull’evoluzione digitale, per essere pronti a contrastare eventuali attacchi o truffe online. Ecco alcuni trend da tenere d’occhio.
I cosiddetti Marketplace Mobile-Only sono tra le tendenze più interessanti dell’e-commerce a livello mondiale. Mercari, ad esempio, è una start-up giapponese che conta 32 milioni di download, di cui 7 milioni dai proprietari di brand americani che hanno bisogno di capire cosa accade quando le persone comprano con dispositivi mobile. I consumatori possono scattare una foto all’oggetto che vogliono vendere, postare il proprio annuncio e valutare acquirenti e venditori.
Le social media chat app tra cui WhatsApp, che hanno più di un miliardo di utenti. La società di Direct Marketing usano queste chat app per definire il target dell’utente “ever-mobile”. I brand devono essere consapevoli che i truffatori possono raggiungere i consumatori direttamente attraverso queste app.
Il targeting per settore e località consente di classificare le persone per settore o per popolarità di un brand in una certa località e di guidare le vendite.
Deep e Dark Web sono una minaccia emergente di cui le aziende dovrebbero essere consapevoli. Il Dark Web è una parte non indicizzata e anonima di Internet, non accessibile tramite browser standard o motori di ricerca. L’anonimato del Dark Web permette ai truffatori di vendere merci contraffatte.  
Molti brand trovano difficile monitorare e agire nel Dark Web e intraprendere azioni di enforcement risulta difficile a causa dell’anonimato. Tuttavia, i consumatori alla ricerca di prodotti contraffatti devono superare barriere quali il download del browser Tor. Questo significa che la disponibilità dell’e-Commerce nel Dark Web è attualmente limitata, ma il problema non dovrebbe essere comunque ignorato.
Opzioni di Enforcement e Best Practice
I brand hanno una serie di opzioni da tenere in considerazione quando rafforzano i propri diritti di proprietà intellettuale e protezione del brand, alla luce di queste tendenze emergenti e con la previsione della crescita dei marketplace online.
Nonostante i marketplace come Alibaba e Amazon abbiano stabilito delle opzioni di enforcement, i brand devono essere consapevoli delle alternative. Queste comprendono la stesura di elenchi di prodotti proibiti, termini e condizioni specifici, e infine, lo stare al passo con i programmi speciali che implementano i marketplace.
Gli elenchi di prodotti proibiti sui marketplace sono unici per paese o località. Questi metodi offrono la possibilità di rilevare le violazioni consentendo quindi al brand di segnalarle e rimuoverle. Esempi di prodotti che si possono trovare in questi elenchi includono merci scadute, prodotti con sigilli manomessi e con regole riguardo alla rivendita e all’uso di coupon. Bisogna cercare questi elenchi sui siti dei marketplace e aspettarsi che alcuni paesi forniscano più opzioni di altri.
Inoltre è utile individuare Termini e Condizioni nel processo di pagamento che forniscono un modo per inviare una comunicazione di violazione.
I Programmi speciali forniscono ai brand l’opportunità di rendere il processo di enforcement più efficiente ed efficacie. La maggior parte di questi programmi richiedono solo il raggio d’azione per l’impostazione iniziale, e solitamente, non richiedono fee.
Esempi attuali di programmi speciali includono ad esempio iOffer C.O.P.S. (Counter Online Piracy System) Program che consente ai brand di verificare Copyright e Trademark per rimuovere gli elementi che li violano. I membri del C.O.P.S. possono sospendere gli account responsabili di queste violazioni., e i brand devono domandare proattivamente di diventarne membri.
Alibaba è apparso recentemente nei notiziari per aver esteso il programma “Good Faith Takedown” nell’ambito dell’Intellectual Property Joint-Force Program. Questo ha lo scopo di ottimizzare il processo di rimozione disponibile ai brand nella lotta alla contraffazione. L’IP Joint-Force System fornirà ai brand partecipanti un portale online dedicato e un account manager per migliorare la facilità di rimozione dei prodotti contraffatti dai siti Alibaba, quali il marketplace Taobao e Tmall.com. Il portale permetterà ai brand di confermare le potenziali violazioni IP trovate su Alibaba nell’ambito della consueta attività di monitoraggio, dopodiché la società rimuoverà i prodotti incriminati.
La disponibilità di adesione al Joint-Force program è attualmente limitata. Alibaba ha annunciato che il sistema sarà a disposizione di tutti i membri del Good-Faith Takedown Program.
Le associazioni di settore infine, spesso hanno relazioni speciali con i marketplace che possono essere sfruttate per migliorare la conformità. 

Best Practice
I brand dovrebbero ricercare con quali altri nomi i loro prodotti potrebbero essere conosciuti nella lingua locale dei mercati emergenti, dove molti termini e simboli di marchi sono completamente differenti. Indagare le iterazioni di questi marchi è indispensabile per agire in modo appropriato. La rappresentazione specifica per ogni regione è importante al fine di indagare tutte le sfumature delle differenti culture. Infine è bene prendersi del tempo per fare ricerche sui propri investigatori e utilizzare solo quelli con una buona reputazione e referenze.
Indispensabile inoltre è distribuire le risorse e concentrarsi sulle aree dove le violazioni online stanno avendo maggior impatto. È necessario identificare i programmi a valore aggiunto e le opzioni su ogni piattaforma per trovare modi alternativi per rimuovere le violazioni. Sfruttate le relazioni che avete con i vostri Service Provider o direttamente con i marketplace, con l’obiettivo di stabilire un approccio collaborativo. Bisogna agire presto in modo da affrontare il problema prima che diventi troppo grande. Fare da cavia! I volontari per i beta-test di nuove piattaforme e processi usufruiscono dei benefici dei nuovi programmi che i marketplace introducono e rendono i vostri brand un obiettivo difficile.

venerdì 14 ottobre 2016

WEB REPUTATION: COME ELIMINARE DA GOOGLE ARGOMENTI NEGATIVI PER LA VOSTRA REPUTAZIONE

Una delle richieste più comuni da parte di alcuni clienti è quella di fare in modo che elementi indesiderati non siamo presenti nei risultati almeno nella prima pagina di Google (o nelle pagine successive). 


reputazione online


I motivi per cui una azienda o una persona desideri vedere "scomparire" risultati negativi dalle ricerche di Google sono molteplici.

Vi facciamo qualche esempio: 

COME TUTELARE LA REPUTAZIONE ONLINE DEI PRIVATI 

1) Mettiamo che anni fa abbia commesso un piccolo reato civile o penale magari anche molto tempo addietro, e di cui ho scontato la relativa pena, pagato la multa ecc., e desidero rifarmi una vita professionale senza che -  digitando il mio nome  - siano presenti risultati che danneggiano la mia integrità morale. Tutti sbagliamo e a tutti va concessa una seconda opportunità (attenzione, non lo affermo io ma è la legge che lo afferma). Purtroppo  Google si sta trasformando in una gogna mediatica del XXI secolo, e spesso i primi risultati su Google sono quelli che appaiono sulle testate generaliste (quotidiani online nazionali o locali o semplici blog), anche se commessi anni e anni addietro. 

2) Una testata giornalistica, un blog, ecc. parla di me e dice delle cose inesatte, incomplete o accadute molto tempo prima. Personalmente mi è capitato di seguire un caso di eventi accaduti 20 anni prima per un cliente che era stato totalmente assolto per fatti che non aveva mai commesso. Su testate nazionali l'articolo pubblicato circa 20 anni prima lo facevano apparire invece come  colpevole di un  reato mai commesso. Il problema è che quando vieni indagato, di solito i giornalisti pubblicano la notizia con il tuo nome. Se invece vieni assolto (cosa che accade anche mesi dopo) la notizia non interessa più al giornalista (si dice che non è notiziabile) e non viene più pubblicata. Su Google però compare la prima.  Questo non solo è un abuso ma si può configurare anche come diffamazione a mezzo stampa soprattutto se nell'articolo o nel titolo di parla di una persona che "ha commesso..." il reato, senza specificare che invece la stessa persona non è ancora passata in giudicato.

TUTELARE LA REPUTAZIONE DI AZIENDE, ENTI O ATTIVITÀ COMMERCIALI 

1) L'azienda rileva un commento negativo pubblicato su un social network o un blog da parte di un utente. Stranamente questa critica, che la danneggia pesantemente, compare nella prima pagina di Google digitando il nome dell'azienda.

2) A volte l'azienda o l'attività commerciale si accorge che i commenti lasciati da autori ignoti su social come Tripadvisor, blog, Twitter e altri, sono sicuramente scritti appositamente da concorrenti per danneggiarne l'immagine e risultano nelle prime pagine di Google cercando con il nome dell'azienda stessa.

3) Recentemente alcuni enti pubblici e privati di ricerca sono stati attaccati da gruppi di attivisti. Tipico ad esempio quello dei gruppi animalisti nei confronti dei laboratori in cui si fa ricerca medica che utilizzano correttamente e nei termini di legge sperimentazione animale. Anche in questo caso spesso questi gruppi (che fanno uso massiccio dei social e dei blog) cadono in alcuni illeciti quali la diffamazione o più semplicemente di contenuti e immagini non corrette e lesive dell'immagine dell'ente stesso.




Sono solo alcuni esempi che siamo abituati a risolvere quotidianamente.

Come ci si comporta? È possibile agire su più fronti: 

A) Chiedere la rimozione del contenuto a Google. Soprattutto se sono contenuti offensivi o illeciti. È sempre bene affidarsi a uno studio legale. La nostra esperienza ci ha dimostrato che se la richiesta arriva da uno studio legale viene presa più seriamente in considerazione. 

B) Chiedere la rimozione del contenuto direttamente alla testata. Per le testate giornalistiche la richiesta (questo è il nostro consiglio) andrebbe fatta ufficialmente da uno studio legale o da un avvocato direttamente allo studio legale della casa editrice. Di solito la risposta e l'eliminazione dai risultati di Google dell'articolo è molto rapida. L'articolo non scompare completamente, ma scompare dalle ricerche di Google (e dunque è come se non esistesse). 

C) Appellarsi al Garante alla Privacy

Un esmepio lo si legge alla pagina sulla limitazione di cronaca 
Quando non si ravvisa  nella notizia  rilevante interesse pubblico o  quando vi siano specifiche limitazioni di legge alla divulgazione di informazioni spesso connesse a determinati fatti di cronaca, il giornalista può comunque riferire di questi ultimi prediligendo soluzioni che tutelino la riservatezza degli interessati (ricorrendo ad esempio all'uso di iniziali, di nomi di fantasia e così via). Va tuttavia evidenziato come, in taluni casi, la semplice omissione delle generalità delle persone non basta di per sé ad escludere l'identificazione delle medesime: quest'ultima, infatti, può realizzarsi attraverso la combinazione di più informazioni concernenti la persona (l'età, la professione, il luogo di lavoro, l'indirizzo dell'abitazione, ecc.).

C) Contemporaneamente a quanto suggerito sopra è possibile procedere con la pubblicazione di contenuti interessanti che riguardano l'azienda o la persona che richiede la rimozione. Spesso infatti i contenuti negativi compaiono in prima posizione su Google perché l'azienda o la persona non hanno fatto nulla per gestire le proprie informazioni in rete. Consiglio di aprire un blog (aziendale o professionale), una pagina Facebook professionale, canali come twitter, youtube, linkedin ecc e iniziare a pubblicare. Il nostro ufficio stampa web  pubblicare con regolarità centinaia di articoli al giorno per migliorare la reputazione online delle aziende che seguiamo. Il difetto principale, infatti, è che le aziende e gli enti non hanno la capacità di comunicare con in nuovi media. Quello che facciamo è dunque fornire un supporto alla pubblicazione di contenuti utili per essere posizionati in prima pagina su Google. 

Per finire: una volta che un contenuto scomodo raggiunge la rete, in certi casi può essere molto difficile rimuoverlo (ma non impossibile) dalle ricerche di Google. Quello che è importante è passare da una situazione di passività a una di attività proattiva. Ovvero: se non sarete voi a parlate di voi stessi o della vostra attività, ci sarà sempre qualcuno che lo farà per voi, nel bene o nel male. 

Meglio se prendete in mano voi le redini della situazione pubblicando il meglio della vostra realtà, meglio se affidandovi a una agenzia di comunicazione digitale con un ufficio legale capace di aiutarvi in tutte quelle che sono le tecniche di posizionamento organico o l'eliminazione dei contenuti che ledono la vostra immagine.


Claudio Pasqua
Chieriweb.it e Studio Legale Dattilo 
tel. 3934064107

INSULTARE SU FACEBOOK È REATO DI DIFFAMAZIONE: LO DICE LA CORTE DI CASSAZIONE

Alcuni sono erroneamente portati a pensare che il Web e i social media abbiamo una liceità diversa dalla vita del mondo reale. Tuttavia non è così: i reati su Web come la diffamazione sono ancor più gravi perché commessi in una piazza "pubblica" che aggrava la posizione del reo.

insultare su facebook è reato di diffamazione aggravata


Come ci spiega l'Avv. Carlo Dattilo, dello Studio Legale Dattilo, postare un commento offensivo sulla bacheca di Facebook di una persona integra il reato di diffamazione a mezzo stampa. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24431/2015, ha stabilito che inserire un commento su una bacheca di un social network significa dare al suddetto messaggio una diffusione che potenzialmente ha la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone, sicché, laddove questo sia offensivo, deve ritenersi integrata la fattispecie aggravata del reato di diffamazione.

Partiamo da un esempio: un fatto di cronaca comparso proprio oggi su Quotidiano Piemontese
Insulti razzisti a barista romena: 40 denunciati tra cui deputata M5S
C’è anche Laura Castelli del Movimento Cinque Stelle tra le 40 persone denunciate per diffamazione alla procura della Repubblica di Torino. La denuncia parte dopo la querela di una giovane barista romena che, dopo che si era candidata per il Partito Democratico in una circoscrizione alle ultime elezioni amministrative, era stata offesa pubblicamente su Facebook. Tema della discordia fu una foto in cui, Lorena Roscaneanu, 31 anni, barista che lavorava all’interno di un bar di Palazzo di Giustizia, compariva insieme all’ex sindaco Piero Fassino. In quella foto, Laura Castelli chiedeva all’interessata quali fossero i suoi rapporti con l’azienda “fallita tre volte” che si occupava dell’appalto. I commenti all’epoca non si sprecarono: dalle offese razziste alle ingiurie. Finanche agli insulti di natura sessuale. Adesso la palla passa in mano al giudice Gianluca Orlando che svolgerà gli accertamenti.
Fonte: Quotidiano Piemontese
ALTRI ESEMPI 



IL PARERE DEL LEGALE 

Abbiamo chiesto all'Avv. Carlo Dattilo di spiegare ai nostri lettori in cosa consiste il reato di diffamazione aggravata e come ci si tuteli. 


"L’articolo 21 della Costituzione - spiega l'Avv. Carlo Dattilo - dispone che «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», ma tale diritto incontra dei limiti specifici qualora l'opinione espressa giunga a ledere l'altrui riservatezza, onore e reputazione. 
"Va da sé che le opinioni personali espresse dai lettori e pubblicate dai giornali o su internet rientrano nel diritto di critica e, come tali, non possono essere rigorosamente obiettive, ma corrispondono necessariamente al punto di vista di chi la manifesta. E, pertanto, possono essere esternate anche con l'uso di un linguaggio colorito e pungente. 
"Nondimeno, il lettore che, esprimendo un’opinione personale, critichi utilizzando un linguaggio garbato seppur deciso, non denigratorio o insinuante e, soprattutto, senza la volontà e la consapevolezza di offendere, non potrà temere alcun tipo di azione legale, rientrando la sua condotta nelle libertà di espressione e di critica garantite dal dettato costituzionale. In questa prospettiva, l'unico limite che non va superato è ravvisabile nell'esigenza di evitare l'utilizzo di espressioni e argomenti offensivi, denigratori o anche dubitativi, insinuanti, allusivi, che in sostanza trascendano in attacchi personali diretti a colpire gratuitamente la sfera morale e privata altrui". 
"La diffamazione commessa col mezzo della stampa (ovvero social network come Facebook) è considerata un’aggravante in considerazione della particolare diffusività del mezzo adoperato e nel potere di persuasione psicologica e di orientamento d’opinione che la stampa possiede e che, rendendo più incisiva la diffamazione, finisce con il determinare un maggior danno. il danneggiato potrà nel termine di tre mesi dal momento in cui viene conoscenza querelare l’autore della diffamazione".

IN CONCLUSIONE 

La Corte di Cassazione ricorda che i reati di ingiuria [1] e diffamazione possono essere commessi a mezzo di internet (Cass., Sez. V, 17 novembre 2000, n. 4741; Cass., sez. V, 28 ottobre 2011, n.44126) e che quando ciò si verifica si è in presenza di un’ipotesi aggravata della fattispecie base (Cass., Sez. V, 16 ottobre 2012, n. 44980).

Di conseguenza siccome la diffusione di un messaggio offensivo su una pagina o una bacheca facebook ha potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone  rientra nella tipizzazione codicistica descritta dal terzo comma dell'art. 595 c.p.p.

AGGRAVANTI 

Le aggravanti comportano un aumento della pena prevista dall'art. 595 c. 1 c.p. (reclusione fino ad un anno o multa fino a 1.032 euro) nei seguenti casi:

  • attribuzione di un fatto determinato (c. 2): la maggiore credibilità dell'offesa giustifica la reclusione fino a due anni o la multa fino a 2.065 euro;
  • offesa arrecata a mezzo stampa (ed Internet), pubblicità, atto pubblico (c. 3): l'intensa capacità diffusiva delle vie di comunicazione impiegate giustifica la reclusione da sei mesi a tre anni o la multa non inferiore a 516 euro;
  • offesa arrecata a corpo politico, amministrativo, giudiziario, sua rappresentanza, autorità costituita in collegio (c. 4): la collettività degli enti offesi giustifica l'incremento di un terzo rispetto alla pena base.


[1] Occorre precisare che l'ingiuria è stata depenalizzata con decreto legislativo 7/2016


Claudio Pasqua 


tel. 3934064107



DEBUTTO INTERNAZIONALE PER GRADITA, LA RETE D’IMPRESE ITALIANA SBARCA AL SIAL 2016 DI PARIGI

Diffondere la dieta mediterranea e rappresentare il made in Italy sulle tavole di tutto il mondo. È questo l’obbiettivo di Gradita, la nuova rete d’imprese che riunisce cinque marchi emblemi della tavola italiana, che farà il suo esordio sul palcoscenico mondiale in occasione del SIAL 2016 di Parigi, la più grande esposizione d’innovazione alimentare del mondo.




Dopo il debutto sul mercato nazionale al Cibus di Parma, Gradita, la nuova rete d’imprese agro-alimentari simbolo del made in Italy come Divella S.p.A.F.lli Polli S.p.A., Pietro Coricelli S.p.A. con gli oli d’oliva CirioGiacinto Callipo Conserve Alimentari S.p.A.e Callipo Gelateria S.r.l, fa il suo ingresso sulla scena mondiale del settore food in occasione del SIAL 2016 di Parigi, la più grande esposizione d’innovazione alimentare del mondo in programma dal 16 al 20 ottobre nell’area espositiva di Paris Nord Villepinte, con uno spazio espositivo presso il padiglione 5B – stand J056. L’esposizione, che richiamerà oltre 160mila visitatori professionali da ogni parte del mondo, riunisce gli operatori chiave del settore, dal produttore al compratore, e rivela le tendenze e le innovazioni che caratterizzeranno l’industria alimentare del futuro. Una vetrina internazionale importantissima, che permetterà a Gradita di farsi conoscere a livello mondiale in un settore, quello del food, in costante evoluzione e alla perenne ricerca di nuovi gusti e tendenze e, inoltre, di sviluppare i contatti commerciali, favorendo l'apertura ai mercati esteri ancora inesplorati.